mercoledì 4 maggio 2016

Questo matrimonio non s'ha da fare


Nel 1927 il Duce Cav. Benito Mussolini introduceva in Italia la tassa sul celibato, un balzello che toccava a tutti coloro che non si erano ancora sposati (oltre 100 lire a celibe).

A distanza di quasi un secolo, le cose sono nettamente cambiate. A Comabbio, ad esempio, da mercoledì scorso pagheranno quanti intenderanno sposarsi.

Eh già... non bastavano l'IMU, la TASI, la TARI, l'IRPEF, le bollette, il mutuo, gli stipendi da fame, la disoccupazione, l'asilo, la mensa, i magrissimi assegni famigliari etc. ad allontanare i cittadini dal matrimonio e dalla famiglia... mancava, giust'appunto, un tributo per quanti vorranno sposarsi civilmente.

Infatti, col Consiglio Comunale del 27 aprile 2016 è stato varato un nuovo Regolamento Comunale per la Celebrazione dei Matrimoni Civili che stabilisce una forma di 'rimborso spese' che toccherà pagare a quanti vorranno sposarsi civilmente.

Ma a quanto ammonta questo nuovo balzello? Esso andrà da un minimo di 50 € (se il matrimonio è celebrato nei giorni infrasettimanali), a 150 € (sabato o domenica, festivi o prefestivi), fino a 300 € per il pacchetto 'deluxe' (se celebrato in villa Montevecchio-Barilli). Peggio andrà ai non residenti: il minimo è 200 € (infrasettimanale), 300 € di sabato o domenica, festivi e prefestivi, idem per il pacchetto 'deluxe' in villa Montevecchio-Barilli.

Che cosa accadrebbe se i piccioncini decidessero di sposarsi in un'altra villa che non sia la Montevecchio-Barilli? Meglio non chiederselo, già non si comprende perché inserire in un Regolamento Comunale una villa di proprietà di privati...

Il suddetto Regolamento ha anche dei lati, se vogliamo, più 'comici'. Ad esempio, interviene su uno degli aspetti più tediosi del matrimonio civile: la durata. E' arcinoto che tale liturgia duri ore ed ore... il Regolamento stabilisce, finalmente, che il matrimonio civile non potrà durare più di mezz'ora. Qualora al 31° minuto vi fossero ancora invitati intenti a lanciare riso e petali di rosa, l'area verrà prontamente sgomberata con lancio di fumogeni e polizia in assetto anti-sommossa.

Viene da domandarsi: da quando per godere di un diritto costituzionalmente garantito come la libertà di matrimonio è obbligatorio pagare?

Questo nuovo Regolamento, che a tratti (come si è visto) ha del comico, è solo uno dei tanti che abbiamo dovuto votare all'ultimo Consiglio Comunale. Ben 4, fra cui spicca il nuovissimo Regolamento per l'uso dei locali e delle strutture di proprietà comunali. Anche in questo caso, si stabilisce che quanti vorranno utilizzare uno spazio pubblico (come, ad esempio, la sala convegni nella ex-Cooperativa), dovranno pagare. Con buona pace del centro anziani e del 'centro di aggregazione' con cui fu pubblicizzata la ex-Cooperativa qualche anno fa.

I prezzi non sono poi altissimi: l'affitto della sala convegni nell'ex-Cooperativa costa da 50 a 70 € per una giornata, 5 € all'ora per la palestra, fino a 30 € per 3 ore nella sala biblioteca.

Questo ritrovato istinto legislatore della Maggioranza ci ha lasciato alquanto sgomenti. Non perché si tratti di qualcosa di assolutamente nuovo (di solito si parla di 'volere superiore' o di 'ce lo chiede lo Stato'), ma perché si ravvisa in esso una forte tendenza a fare cassa, cioè a raggranellare quanti più danari possibile.

Ci lascia sgomenti dal momento che il Comune di Comabbio (Patto di Stabilità sì, Patto di Stabilità no) è ricchissimo! Si sono appena spesi 2.4 milioni di euro per la ex-Cooperativa, centinaia di migliaia di euro in parcheggi, marciapiedi, dissuasori stradali, quasi mezzo milione per la Pelada. Tra poco si spenderanno quasi 300.000 € per una nuova strada e 100.000 € per l'ennesimo parcheggio... e l'Amministrazione si cura di raggranellare 100 € per celebrare un matrimonio civile o per affittare uno spazio pubblico ad un privato?

In un Comune ricco come il nostro non si dovrebbe pagare per sposarsi, ma essere pagati per farlo; non si dovrebbe pagare un rimborso spese per l'utilizzo di una sala pubblica, dovrebbe essere gratis! Certo, in un Comune ricco come il nostro dove le risorse sono impiegate per il meglio...

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