sabato 29 novembre 2014

Fine dei Giochi

L'Amministrazione, con un voto contrario, chiude la porta in faccia alle Opposizioni... definitivamente.



Ci spieghiamo ancora una volta. Perché i Giovani Per Comabbio ce l'hanno su con queste «Commissioni Consigliari Permanenti»? Cosa sono? Perché sono così importanti? Sono solo tecnicismi? Tutt'altro.

In un articolo di L. Frascotti, pubblicato sul nostro giornale a giugno di quest'anno, si faceva notare una cosa molto semplice: in Consiglio Comunale, a causa di alcune inefficienze della Legge Elettorale in vigore, l'attuale Maggioranza rappresenta sono 1 comabbiese su 3, mentre le Opposizioni rappresentano 2 comabbiesi su 3. Di fatti, chi oggi amministra i comabbiesi rappresenta la minoranza di loro.

Dato che questa situazione è alquanto contraria al concetto di «democrazia» (che prevede, come punto fondamentale, il governo della maggioranza dei cittadini), e dato il fatto che ormai il danno è fatto e non conviene piangere sul latte versato, ci si aspetterebbe che, per lo meno, l'Amministrazione ascoltasse e coinvolgesse quella che è la maggioranza effettiva dei cittadini, ossia quel 62 % di comabbiesi che hanno votato per le Opposizioni e che da esse sono rappresentate.

C'è solo un «ma»: per fare in modo che le Opposizioni siano coinvolte nelle scelte operate dalla Maggioranza attualmente, a Comabbio, non esiste alcuno strumento istituzionale. Attualmente, le Opposizioni sono estromesse TOTALMENTE da qualunque decisione e, per di più, sono informate solo a cose fatte. L'Amministrazione tiene a debita distanza le Opposizioni, non le coinvolge e non ascolta i suggerimenti che da esse provengono.

Lo abbiamo immediatamente sperimentato al Consiglio Comunale del 6 giugno 2014, quando furono bocciati tutti e 5 gli emendamenti da noi proposti alle Linee Programmatiche di Mandato. Lo vediamo tutti i giorni, quando scriviamo delle proposte su questo sito internet, indirettamente indirizzate all'Amministrazione, senza che esse siano messe in opera da chi ha il potere di farlo.

Questo atteggiamento appare il sintomo di un modo di fare politica che si può definire «per partito preso». E sembra paradossale constatare che non vi sia nulla di nuovo: era lo stesso approccio che aveva la precedente Amministrazione nei confronti dell'Opposizione.

Le Commissioni Consigliari Permanenti sono l'unico strumento che il Regolamento mette nelle mani del Sindaco e della Maggioranza per coinvolgere, finalmente, le Opposizioni e per far sì che esse collaborino alle scelte e alle decisioni. Sono dei tavoli (per l'appunto «Permanenti»), a cui siedono membri della Maggioranza e dell'Opposizione per discutere delle questioni che vengono sottoposte all'attenzione del Consiglio, prima che esse vengano messe ai voti. Non costano quasi niente per le casse comunali e non rallentano minimamente l'iter procedurale.

Tutti devono sapere che non esiste alcun altro sistema sulla faccia della Terra che ci consentirebbe di collaborare alle decisioni che vengono prese.

È questo che, con una mozione al Consiglio Comunale del 29 novembre 2014, abbiamo chiesto, ai sensi dell'art. 8 e ss. del Regolamento del Consiglio Comunale di Comabbio. Abbiamo proposto di istituire due Commissioni Permanenti: una per la Gestione del Territorio (edilizia, urbanistica, lavori pubblici e materie attinenti), e una per gli Affari Generali (bilancio e finanza, cultura e servizi sociali).

Ma la nostra mozione è stata bocciata categoricamente, con giustificazioni poco credibili. Con questo voto contrario, l'Amministrazione ha pubblicamente ammesso di non avere alcuna intenzione di ascoltare quel 62% di cittadini che sono rappresentati in Consiglio dalle Opposizioni, ha dichiarato che intende procedere ignorando la maggioranza effettiva dei Comabbiesi. Ma soprattutto, ha reso inutile la nostra permanenza all'interno del Consiglio Comunale: a che serviremo d'ora in avanti? Ad alzare la mano e a fare presenza? A proporre idee su idee, progetti su progetti, iniziative su iniziative che siamo sicuri non verranno neppure presi in considerazione? 

Noi non ci stiamo! Chiediamo che l'Amministrazione dimostri la maturità sufficiente a non guardare da che parte provengano le buone idee, chiediamo di essere ascoltati, che le nostre proposte vengano valutate. L'Amministrazione non è perfetta, talvolta sbaglia, fa scelte poco giuste e noi esistiamo per evitare che ciò accada: per migliorare le decisioni prima che siano prese in maniera definitiva, per proporre soluzioni a cui l'Amministrazione non aveva pensato, per fornire un diverso punto di vista sulle questioni. Ascoltare più pareri, infatti, porta a fare scelte più giuste, e noi non chiediamo di interferire col lavoro dell'Amministrazione, ma di fornire il nostro parere e le nostre proposte, sicuri che esse siano valutate, discusse e, se appropriate, accolte e messe in pratica.

La collaborazione fra Maggioranza ed Opposizione non contrasta minimamente col diritto di critica che ogni Opposizione deve poter esercitare. Infatti, ogni Amministrazione di buonsenso dovrebbe saper incassare la giusta critica fatta coi giusti modi, e contemporaneamente mantenere un rapporto di collaborazione con le Opposizioni. Solo in questo modo si può avere una Democrazia giusta e un'Amministrazione efficiente.

Noi non molliamo: riproporremo ancora la nostra mozione ogni qualvolta ce ne sarà l'occasione, sicuri di un ravvedimento dell'Amministrazione. 

Ma ci auguriamo che questo ravvedimento avvenga il prima possibile.

martedì 25 novembre 2014

Consiglio Comunale - 29 novembre 2014


Sabato 29 settembre 2014, alle ore 12.00, è stato convocato il quarto Consiglio Comunale del presente mandato.

In esso, fra l'altro, sarà votata una nostra importantissima mozione per la costituzione delle Commissioni Consigliari Permanenti. Questa mozione sarà il banco di prova per verificare se le promesse di collaborazione fra Maggioranza ed Opposizioni verranno mantenute oppure no.

Sulla questione abbiamo già scritto 3 articoli che invitiamo a rileggere:

Vogliamo Rispetto  (clicca qui)
La rivincita degli «incompetenti»  (clicca qui)
Quanto guadagna un Consigliere Comunale  (clicca qui)


Come al solito, rinnoviamo il nostro invito a partecipare numerosi.

domenica 23 novembre 2014

Anno nuovo, sito nuovo


Forse è un po' presto per inaugurare l'anno nuovo con un nuovo sito internet. Ma alcuni gravi problemi tecnici (nonché l'aiuto di un presunto hacker informatico che non aveva nulla da fare fuorché attaccare il nostro sito, peraltro un hacker lombardo e varesotto, stando a quanto dice Google), ci ha costretti a correre ai ripari.

Il sito è ancora in costruzione, pertanto ci scusiamo per i disagi che il non ancora perfetto collaudo causerà ai nostri lettori. 

sabato 22 novembre 2014

Quanto guadagna un CONSIGLIERE Comunale



Il 17 novembre di quest'anno è stato liquidato a tutti i consiglieri comunali il loro compenso per l'anno 2014 (Det. Segr. Gen. n. 24 del 17/11/2014). 


In tutto, il Consiglio Comunale (il «Parlamento» di Comabbio) è costato alle casse comunali 168,00 €, quello che guadagna un semplice commesso del Senato Italiano in poco più di un'ora di lavoro.


Il singolo consigliere comunale ha percepito, dall'inizio dell'anno, la somma «astronomica» di 21 € lordi. 

Dato il costo a dir poco ridicolo del nostro Consiglio Comunale, abbiamo più e più volte chiesto al sig. Sindaco di sfruttarlo maggiormente, istituendo le Commissioni Consiliari Permanenti. In una qualunque democrazia, infatti, il Parlamento è più importante del Governo. Ma a Comabbio il «Parlamento», ossia il Consiglio Comunale, si limita semplicemente a ratificare decisioni già prese nelle segrete stanze della Giunta (il «Governo»).


Il Consiglio Comunale è divenuta una formalità che dura una mezzora (se va bene) o 10 minuti scarsi (se va male), effettuato in maniera a dir poco sbrigativa e tale per cui ci chiediamo se abbia ancora un senso, circondato da una sala costantemente semi-deserta perché nessuno sente cosa si stiano dicendo quelle 12 persone sedute intorno ad un tavolo.


Visto che costa così poco, che ci vuole a renderlo un vero luogo di confronto dove Maggioranza ed Opposizione possano collaborare alle decisioni da prendersi? Perché dovrebbe continuare ad essere un grigio ritrovo serale dove la discussione è limitata a pochi minuti e dove tutte le decisioni (diciamo le cose come stanno) sono state prese in un'altra sede? 

Così com'è ora, il Consiglio Comunale è privato della sua missione: essere un luogo in cui le proposte prima vengono vagliate, poi discusse, poi migliorate e infine votate. Oggi come oggi chi fa parte della Maggioranza non apre quasi mai bocca e gli unici che si prendono la briga di discutere sono i membri dell'Opposizione; pochi minuti di discussione e via col voto. Ed è così che i documenti entrano ed escono dal Consiglio senza che mai vi sia apportata una qualche modifica. Negli ultimi decenni non è mai capitato che una sola virgola dei documenti che sono stati posti all'attenzione dei consiglieri sia stata modificata.

E' palese che un'istituzione che non fa altro che recepire e votare decisioni senza mai apportarvi modifiche sia sostanzialmente un'istituzione priva di motivi che ne possano giustificare l'esistenza.



L'istituzione delle Commissioni Consiliari Permanenti consentirebbe di ridare un senso al Consiglio. Tramite queste istituzioni (espressamente previste dal Regolamento del Consiglio Comunale di Comabbio) i consiglieri (pur sempre pagati con una somma «simbolica») potranno finalmente partecipare alle decisioni, invece che essere convocati una tantum per alzare la mano e fare presenza. Potranno realmente incidere sulle decisioni prese dall'Amministrazione, potranno essere adeguatamente informati di tutto senza dover attendere che venga pubblicato un foglio di carta sull'Albo Pretorio, potranno agire prima che le decisioni siano irrevocabili. E i documenti potranno finalmente essere «migliorati» prima della definitiva approvazione.



Oggi, il nostro piccolo «Parlamento» comunale estromette del tutto le Opposizioni, che rappresentano il 62% dei comabbiesi, le costringe a non avere alcuno strumento per «collaborare» alla cosa pubblica, spreca le energie di tante persone che vorrebbero collaborare anch'esse e che hanno la competenza e l'esperienza per farlo. Questo sì che è uno spreco che non possiamo tollerare.


Ma soprattutto siamo stanchi di sentirci dire che potremmo collaborare anche noi quando gli stessi che ci dicono ciò sanno benissimo che in assenza di Commissioni Consiliari Permanenti non abbiamo alcuna possibilità di «collaborare».

Per questo nel Consiglio Comunale che si celebrerà sabato 29 novembre alle ore 12.00 abbiamo avanzato una mozione per l'istituzione delle Commissioni. Nei giorni scorsi, tuttavia, il sig. Sindaco ci aveva anticipato (in maniera poco ortodossa, clicca qui) che la nostra mozione sarebbe stata respinta. Speriamo ancora in un ravvedimento dell'ultimo minuto.



Facciamo una proposta al sig. Sindaco: visto che il Consiglio, così com'è, non serve a niente, e visto che ha già dichiarato per iscritto di non avere alcuna intenzione di istituire le Commissioni Consiliari Permanenti, perché non abolirlo? Farebbe risparmiare ai contribuenti 168,00 €. 

venerdì 21 novembre 2014

100.000 lettori in 7 mesi




Da fine aprile, quando lanciammo in internet il nostro sito giovanipercomabbio.blogspot.it, abbiamo registrato 100.000 visualizzazioni, con una media di 14.000 al mese e 470 al giorno. 

La nostra pagina di Google+ è stata visualizzata finora più di 120.000 volte.

In tutto il mondo leggono ciò che scriviamo; infatti, abbiamo registrato visualizzazioni da oltre dieci paesi nel mondo: Stati Uniti, Germania, Russia, Francia, Polonia, Regno Unito, Svizzera, Spagna e Canada, grazie al sistema di traduzione automatica di Google.

Un doveroso grazie lo rivolgiamo a quanti, fermandoci per strada, ci hanno espresso il loro parere riguardo a ciò che in questa sede scriviamo, riferendoci critiche, suggerimenti o complimenti.

Un altro grazie, invece, lo rivolgiamo a quelle centinaia di silenziosi lettori che quotidianamente seguono la nostra azione politica.


domenica 16 novembre 2014

Pioggia, FRANE e disastri. Solo «eventi straordinari»?


La frase «rischio idrogeologico» evoca sempre paura e indignazione. Paura perché presuppone il rischio di possibili disastri naturali (se ne vedono tanti in giro...), indignazione perché tali disastri sono quasi sempre accompagnati da immense polemiche sulla cattiva gestione del territorio. Eventi che, purtroppo, non possono più essere considerati «straordinari» poiché i dati scientifici ne dimostrano la sempre maggiore frequenza.

Pochi giorni fa, a causa delle piogge straordinarie che si sono verificate, mentre a Sesto Calende, Laveno Mombello, Luino, Arona etc. esondava il Lago Maggiore, a Comabbio si verificavano consistenti allagamenti sulla Superstrada (con il tracciato chiuso al traffico per ore) che hanno danneggiato anche alcune proprietà private, ma anche piccoli disastri in via Busen, con le griglie di scolo dell'acqua piovana che, stracolme di detriti, non ce la facevano più, trasformando la via in un torrente in piena. I torrenti (quelli veri) erano a tal punto saturi di detriti che a malapena riuscivano a portare l'acqua da monte a valle. Le condutture che trasportano l'acqua si sono dimostrate, spesso, inadeguate, causando l'«esplosione» di alcuni tombini. Tutto ciò è stato ampiamente documentato dai cittadini, alcuni dei quali ci hanno telefonato, allarmati, proprio nel mentre che succedevano questi eventi.

Il 17 maggio di quest'anno, su questo stesso sito internet, avevamo già segnalato il problema di via Busen, inascoltati (clicca qui). Avevamo fatto notare che le griglie di scolo non erano adeguate e che il torrente che scorre a ridosso della strada necessitava di un intervento di pulizia.

Poche settimane prima degli eventi qui riportati, avevamo fatto un'ispezione, per verificare lo stato dei corsi d'acqua che da monte trasferiscono le acque a valle, e avevamo accertato che la situazione era, effettivamente, molto rischiosa.

Visti, dunque, i recenti fatti, abbiamo deciso di scrivere un'interrogazione al sig. Sindaco nella quale chiediamo delucidazioni sia riguardo l'accaduto a Comabbio, sia circa l'esistenza o meno di un piano per far fronte ai disastri.

Abbiamo scoperto, infatti, che la frana che si è staccata dalla Pelada nel 2003 non era per niente un «fatto sporadico». In uno studio del 2003, allegato del Piano di Governo del Territorio del 2005, viene riportata una mappa nella quale sono segnati di colore differenti le zone a più o meno alto rischio di frane. In rosso sono segnate le aree denominate ad «alta pericolosità». E queste aree corrispondono a tutta la zona alta della Pelada, fra cui il luogo in cui si staccò la famosa frana che per poco non causò un disastro di proporzioni epiche. 



Ci chiediamo: ma se è noto che il territorio comabbiese è soggetto a frane (come è chiaramente scritto nel documento citato), come mai non si provvede a fare una regolare manutenzione (o una ri-progettazione) di tutto il sistema di scolo delle acque piovane? Dobbiamo forse attendere disastri peggiori prima di accorgerci che uno degli elementi fondamentali per evitare le frane sia proprio il corretto deflusso delle acque piovane? Non serve avere un geologo a portata di mano per conoscere questo semplice assunto.

Al primo evento straordinario (le piogge di questi giorni) si è potuto testare il livello di efficienza del sistema di scolo. Ma soprattutto, si è testata la prontezza con la quale l'Amministrazione è intervenuta: per ore, l'unico che, con un badile in mano e sotto la pioggia battente, si sia messo a pulire le griglie e i tombini in via Busen è stato un volenteroso privato cittadino, che ha atteso ore prima che qualcuno del Comune giungesse ad aiutarlo.  

Ci chiediamo: a parte l'inefficienza manifesta del sistema di scolo delle acque piovane, qual è il piano d'intervento elaborato dall'Amministrazione in caso di eventi quali frane, smottamenti, allagamenti o persino alluvioni? La Protezione Civile di Comabbio è addestrata a tal scopo? E' adeguatamente attrezzata? Esistono specifiche convenzioni con enti ed istituzioni? Chi abita in zone che lambiscono aree ritenute «ad alta pericolosità» lo sa? E' stato informato del rischio? Sa cosa deve fare in caso succedesse qualcosa? 

Questo non è fare allarmismo (come tempo fa si sentì rispondere un cittadino che disse queste stesse cose all'Amministrazione in carica pochi mesi prima che si staccasse la frana), è semmai eccesso di zelo. Ma meglio eccedere nello zelo che non sollevare per niente la questione! 

La giustificazione che ci è stata data dall'Amministrazione è stata: «Siamo stati presi alla sprovvista». Progettare piani d'intervento e tener conto della sempre maggior frequenza di questi eventi (nonché della suscettibilità del nostro territorio ad eventi di ben maggiori proporzioni), serve, appunto, ad evitare di «essere presi alla sprovvista».  

Come sempre, avremo cura di pubblicare su questo stesso sito internet la risposta che ci giungerà dall'Amministrazione, entro 60 giorni come prescrive il Regolamento. Ma nel frattempo, è bene che i cittadini sappiano che la questione è stata sollevata.

Il nostro capogruppo dott. Dario Leoni si è già messo a disposizione dell'Amministrazione, nella sua qualità di Geologo abilitato. La sua provata esperienza nel settore sarebbe sicuramente d'aiuto ad affrontare il problema e a trovare una soluzione. 


Anche perché continuerà a piovere...

venerdì 14 novembre 2014

Quando si usa la forza...






In quest'immagine e nella precedente è raffigurato il torrente in condizioni normali. In essa è ben visibile lo spesso strato di detriti che si è finora accumulato.


In questa e nella precedente, invece, è raffigurato lo stesso torrente in piena


Essere da soli a combattere una guerra con il Comune deve essere troppo difficile. Sarà questo che avrà pensato il sig. C quando ha deciso, insieme ai suoi vicini, di rivolgersi a noi per cercare supporto.

E noi, ovviamente, ci siamo sentiti in dovere di offrire a lui e ai suoi vicini tutto l'aiuto che siamo in grado di dargli.

Tutto cominciò quando, di fronte alla casa del sig. C, effettuarono dei lavori di ampliamento del torrente che raccoglie le acque provenienti dal laghetto al Purà, dalle colline e dal garage del sig. C. Nell'effettuare questi lavori, qualcosa non fu calcolato bene e, non appena nel torrente si accumularono un po' di detriti, subito, con le prime piogge, il garage del sig. C e quello della vicina furono inondati da più di 30 cm d'acqua.

Da 4 anni a questa parte, il sig. C e i suoi vicini non facevano altro che recarsi in Comune con regolarità a chiedere un intervento di pulizia del torrente. In quattro anni, infatti, il loro garage è stato allagato almeno cinque volte, persino il giorno di Natale del 2013! 

Fosse solo la lentezza con la quale in Comune si decideva ad intervenire ad esasperare il sig. C e vicini, si potrebbe parlare della solita «roba all'italiana». 

Ma in questa vicenda c'è di più: c'è il trattamento che il sig. C e i vicini hanno ricevuto sino a questo momento, fatto di promesse mai realizzate e di frasi aggressive rivolte loro da autorevoli esponenti della Maggioranza. Risposte quali «E lei che ne sa di fiumi e corsi d'acqua?» o «Eh, santo cielo! Cosa vuole che sia!». Invece che provvedere affinché la situazione fosse risolta, l'Amministrazione ha messo in dubbio la propria responsabilità che, invece, è palese: è responsabilità del Comune, infatti, provvedere alla manutenzione del torrente, manutenzione che doveva comprendere la correzione di quell'errore di progettazione che causa al sig. C e vicini simili disagi. 

In fin dei conti, il sig. C e vicini chiedevano pochissimo: chiedevano che una ruspa si recasse sul posto per un paio d'ore e rimuovesse tutti i detriti che si erano accumulati nel torrente (come si vede dalle foto), affinché casa loro smettesse di essere una piccola Venezia con l'acqua alta due volte l'anno.

Il sig. Sindaco (Rovelli) aveva promesso al sig. C che per giugno di quest'anno l'Amministrazione sarebbe intervenuta. Giunti a novembre, nessuno aveva ancora avvistato la tanto desiderata ruspa.  

Il sig. C, a questo punto, ha chiesto a noi di intervenire e noi, per prima cosa, siamo andati a fare un dettagliato sopralluogo per capire in cosa consistesse il problema, cosa che in 4 anni nessuno dell'Amministrazione aveva mai fatto. Poi abbiamo suggerito al sig. C e vicini di scrivere all'Amministrazione una lettera nella quale attribuivano all'Amministrazione qualunque responsabilità per i futuri danni causati alle loro proprietà. Mettere nero su bianco e far protocollare, infatti, è un mezzo molto più potente di qualunque sollecito verbale. 

La lettera, firmata da tutti i vicini e compilata secondo tutti i canoni legali, è stata consegnata e protocollata in Comune alle 11.00 di giovedì 13 novembre 2014. 

Il giorno dopo, alle 9.00 del mattino...



martedì 11 novembre 2014

Cosa stiamo facendo (?)


Secondo quanto stabilisce l'art. 2 della Legge n. 47 dell'8/02/1948, «Ogni stampato deve indicare il luogo e l’anno della pubblicazione, nonché il nome e il domicilio dello stampatore e, se esiste, dell’editore». Sempre secondo quanto stabilisce l'art. 1 comma 1 della Legge n. 62 del 7/03/2001, «Per 'prodotto editoriale', ai fini della presente legge, si intende il prodotto realizzato su supporto cartaceo, ivi compreso il libro, o su supporto informatico, destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico, o attraverso la radiodiffusione sonora o televisiva, con esclusione dei prodotti discografici o cinematografici», quindi anche il volantino appena emesso dall'Amministrazione.

Ci permettiamo di far notare che nel volantino informativo in questione (immagine in alto) non sono presenti queste essenziali indicazioni di legge, a differenza del nostro Giovani News:


Invitiamo l'Amministrazione a non più stampare in maniera abusiva. Anche perché, secondo quanto stabilisce l'art. 16 della già citata Legge n. 47 dell'8/02/1948, «Chiunque intraprenda la pubblicazione di un giornale o altro periodico senza che sia stata eseguita la registrazione prescritta dall'art. 5, è punito con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a lire 500.000. La stessa pena si applica a chiunque pubblica uno stampato non periodico, dal quale non risulti il nome dell'editore né quello dello stampatore o nel quale questi siano indicati in modo non conforme al vero».


Quindi, chiediamo che nel prossimo numero del volantino vi sia nome e indirizzo della tipografia presso cui è stato stampato, oppure la dicitura «Stampato in Proprio» e, come prevede la Legge, che tale affermazione sia dimostrabile.

Inoltre, vorremmo far notare che non è corretto che la Maggioranza pubblichi un volantino che riguarda la propria azione politica ponendovi in alto i simboli del Comune di Comabbio. Per il principio di par condicio, vorremmo che facessero come noi, ossia che il loro volantino recasse il simbolo elettorale con cui si sono presentati alle scorse elezioni amministrative. Non si tratta, infatti, di una comunicazione ufficiale del Comune di Comabbio, ma di un mezzo di propaganda politica identico al nostro. Chiediamo che nei successivi numeri del volantino in questione siano tolti i simboli del Comune di Comabbio.

Ci complimentiamo, tuttavia, con l'Amministrazione: finalmente ha seguito il nostro esempio. E' una cosa straordinariamente importante informare i cittadini: costa poco e c'è tutto da guadagnare.

Ma chiediamo che ciò sia fatto nel pieno rispetto della Legge e della par condicio.

sabato 8 novembre 2014

La RIVINCITA degli «incompetenti»


Il 9 maggio di quest'anno fummo definiti dal sig. Sindaco «incompetenti».

Quella volta non ce la prendemmo più di tanto: faceva parte delle normali 'scorrettezze' che in una campagna elettorale sono ritenute lecite.

Oggi, a distanza di qualche mese, ci prendiamo la nostra (seppur magra) rivincita. E lo facciamo «a colpi di Regolamento».

«Ancora Regolamento? Quel muffoso e inutile pezzo di carta?» avrà pensato il sig. Sindaco ricevendo una nostra mozione il 4 ottobre di quest'anno. Probabilmente avrà anche pensato che noi, di Regolamento, sappiamo ben poco. Forse è stato in forza di questa sua convinzione che stava per commettere una grave violazione del Regolamento del Consiglio Comunale e un qualcosa che da alcuni è stato definito addirittura un reato penale.

Oddio, di reato non vogliamo sentir parlare per il momento, non sappiamo se possa essere considerato tale (e invitiamo quanti affermano ciò a moderare i termini). Anche perché, grazie alla nostra inaspettata conoscenza del Regolamento, abbiamo evitato al sig. Sindaco proprio di commettere un qualcosa di cui poi avrebbe dovuto rispondere.

Ma cosa ha fatto di così grave il sig. Sindaco? Ha cercato di liquidare una nostra mozione con una e-mail. Secondo quanto stabilisce il Regolamento (art. 22 comma 5), infatti, qualora uno o più consigliere presentassero una mozione, essa non potrebbe che essere messa all'ordine del giorno del successivo Consiglio Comunale e in quella sede essere messa ai voti. Non si scappa, questa è la procedura.

Ed invece, il sig. Sindaco ha cercato di «insabbiare» la nostra mozione inviandoci una e-mail firmata di suo pugno, nella quale ha scritto di non avere intenzione di fare quanto contenuto nella nostra mozione per strani ed oscuri motivi che ad oggi nessuno è riuscito a svelare.

Qualora il sig. Sindaco non inserisse (come prescritto dal Regolamento) la nostra mozione nel successivo Consiglio Comunale, commetterebbe un grave illecito di cui poi dovrebbe rispondere.

Ma per sua fortuna ci siamo noi. Qui di seguito abbiamo postato il testo della lettera che abbiamo inviato giusto oggi in Comune, all'attenzione del sig. Sindaco. In essa le abbiamo fatto presente quanto è stato appena esposto.

Forse sarebbe troppo chiedere che ci ringraziasse: d'altra parte le abbiamo appena evitato future e spiacevoli conseguenze, non certo gradite a lei come a tutti i comabbiesi... Ma forse un po' più di rispetto per degli «incompetenti» come noi sarebbe gradito.


La nostra lettera di risposta

mercoledì 5 novembre 2014

Vogliamo RISPETTO


Per tutti questi mesi, l'Amministrazione ha fatto orecchie da mercante alle nostre proposte di collaborazione. 

Noi, insieme ai colleghi di Comabbio in Movimento, infatti, rappresentiamo il 60% dei comabbiesi; praticamente 2 cittadini su 3 sono dalla nostra parte. Siamo «la minoranza che è nei fatti maggioranza».

Eppure siamo trattati come fossimo meno di niente. Nel recente Consiglio Comunale il sig. Sindaco, addirittura, ci ha «rimproverati» (cosa assurda) di non aver collaborato alla redazione del Bilancio e noi, prendendola in parola, le abbiamo annunciato che avremmo presentato una mozione con la quale chiedevamo l'istituzione di commissioni consiliari permanenti, allo scopo proprio di collaborare all'operato della Maggioranza nel rispetto dei vincoli imposti dal Regolamento.

Qui in basso abbiamo aggiunto un focus su cosa siano le commissioni, che invitiamo a leggere perché fondamentale.

Il 4 ottobre abbiamo, dunque, inoltrato la richiesta firmata anche da Carlo Conte per conto di Comabbio in Movimento, fiduciosi del fatto che, per una volta, l'Amministrazione sarebbe stata di parola. E invece, abbiamo ricevuto come risposta un secco no.

Ma ciò che ci ha fatto arrabbiare non è stato tanto il NO, quanto la giustificazione da un lato, e la forma dall'altro.

La nostra mozione per la costituzione di Commissioni Consiliari Permanenti controfirmata anche da Comabbio in Movimento

Prima di tutto: la nostra richiesta è stata avanzata in forma di mozione. Secondo quanto stabilisce il Regolamento (art. 22 comma 5, clicca qui), doveva essere inserita all'Ordine del Giorno del prossimo Consiglio Comunale; ed invece ci è stato risposto con una lettera, una cosa che viola apertamente il Regolamento, oltre che la Legge!

In secondo luogo, che significa «Tale scelta scaturisce dalle fasi di cambiamento in atto, che vedranno coinvolte le strutture gestionali e organizzative dell'Ente nei prossimi mesi»? E' semplicemente una frase senza alcun senso, perché basta conoscere un minimo di Statuto Comunale e di fondamenti di Amministrazione Pubblica per sapere che l'istituzione delle commissioni consiliari permanenti non riguarderanno mai «fasi di cambiamento in atto». E' come se la riorganizzazione dell'INPS in Italia (ad esempio) comportasse cambiamenti anche nell'assetto istituzionale dello Stato Italiano (Parlamento, Presidente della Repubblica, Governo): è semplicemente una cosa che non può accadere. Il Consiglio Comunale è esente da qualsiasi cambiamento in arrivo, come per esempio l'Unione dei Comuni.
La frase citata, a parere nostro, è un ridicolo tentativo di giustificare un NO altrimenti ingiustificabile.

Abbiamo già provveduto a scrivere al sig. Sindaco facendogli presente che la risposta che ci ha inoltrato non ha alcun valore legale e che con la sua condotta si è fatta beffe del Regolamento.
Inoltre, questo modo di fare ci fa capire ancor di più quanto il sig. Sindaco ci consideri incompetenti e inetti: noi siamo 237 cittadini comabbiesi che chiedono rispetto, siamo una figura giuridicamente riconosciuta: meritiamo e pretendiamo il rispetto del sig. Sindaco e il rispetto dei regolamenti.

Se non vuole che ficchiamo il naso nelle sue decisioni, basta dirlo: ne prenderemo atto. Ma promettere collaborazione in campagna elettorale, riprometterla dopo aver vinto le elezioni e poi, quando si giunge al dunque, campare scuse assurde nonché trattare a pesci in faccia l'Opposizione, ci appare proprio una condotta che noi, moderati per natura, non possiamo tollerare.

Ciò che è accaduto è di una tale gravità che persino un gruppo moderato come il nostro non può astenersi dal reagire con forza.


martedì 4 novembre 2014

Lucio Fontana (parte 2)



Il Museo del Novecento di Milano (Piazza Duomo, clicca qui) ha inaugurato, appena due settimane fa, una mostra su due degli artisti più significativi del Novecento: Yves Klein e Lucio Fontana.

A parte segnalare ai comabbiesi (concittadini di Lucio Fontana) questa interessante opportunità, vorremmo ribadire quanto già dichiarato il 2 maggio di quest'anno (clicca qui) circa l'importanza che la figura di questo gigante dell'Arte Contemporanea dovrebbe assumere a Comabbio; se prima il Mam di Parigi e poi il Museo del Novecento di Milano hanno ritenuto di dover valorizzare la vita e l'opera di Lucio Fontana, perché non dovrebbe farlo Comabbio, che è stata una delle patrie di questo grande artista? 

Come abbiamo dichiarato la sera del 13 maggio 2014 (clicca qui), una mostra personale ben organizzata e strutturata avrebbe dei costi tutt'altro che proibitivi.