martedì 23 dicembre 2014

Unione dei Comuni. MA SIAMO MATTI?

Consiglio Comunale «straordinario» del 23 dicembre 2014 
Cosa è successo



Sono passati 7 mesi dall'ultima volta che a Comabbio si è sentito parlare di «Unione dei Comuni». Nessuno, già allora, era riuscito a capire cosa fosse, dato che si tratta di una materia difficile che sembra fatta apposta esclusivamente per tecnici e burocrati. Da quel momento in poi, per sette mesi, non se n'è più saputo nulla. Fino a 4 giorni fa.

Nel pomeriggio del 19 dicembre scopriamo che il sig. Sindaco ha convocato un Consiglio Comunale per il 23 dicembre 2014 alle 20.30, un'adunanza «straordinaria».

Ci siamo subito domandati quale emergenza avesse imposto al sig. Sindaco di convocare un Consiglio «straordinario». Siamo andati a vedere ed ecco la sorpresa: ben 8 convenzioni coi comuni di Ternate, Varano e Mercallo per la Gestione Associata dei Servizi.

Un fulmine a ciel sereno. In 4 giorni avremmo dovuto studiarci una trentina di pagine piene di articoli e codicilli, valutarle e decidere come votare.

Ma cos'è questa «Gestione Associata dei Servizi»? Seguiteci con attenzione perché ciò di cui parleremo cambierà il futuro di tutti nel giro di qualche mese.

Accadde questo. Uno dei tanti governi succedutisi in Italia negli ultimi 5 anni ha varato l'ennesimo smacco per i Comuni italiani. Invece che tagliare le spese laddove sarebbe stato più semplice, lo Stato è andato a battere cassa dalle uniche istituzioni che in Italia funzionino veramente: i Comuni stessi.

In sostanza, lo Stato ha detto ai Comuni: «Voi costate troppo» e ha imposto a quelli con meno di 5.000 abitanti di contrarre un matrimonio forzato. Comunione dei beni in piena regola: bilanci, servizi, personale, tutto avrebbe dovuto diventare «condiviso» e «unito», al fine di raggranellare qualche milione di euro.

La legge che impone tutto ciò risale al 2012. Secondo questa stessa legge, i comuni con meno di 5.000 abitanti avrebbero dovuto unirsi entro e non oltre il 31 dicembre 2014, di modo da raggiungere almeno i 5.000 abitanti.

 In realtà, la legge in questione prevede una forma un po' più «progressiva». Invece che passare subito al «matrimonio forzato», essa impone ai comuni una «convivenza forzata» di qualche anno, prima di celebrare il matrimonio. Ossia, impone la così detta «Gestione Associata dei Servizi». Ogni comune continua a mantenere la propria identità, elegge il suo sindaco e il suo Consiglio Comunale, ma il personale, i bilanci, la pianificazione territoriale, il fisco, quasi tutti i servizi insomma devono essere «associati», ossia uguali e condivisi per tutti, togliendo ai singoli comuni sempre più libertà di scelta. L'obiettivo finale è, nei fatti, fondere i piccoli comuni affinché in Italia non ne esistano più con meno di 5.000 abitanti (abolendone all'incirca qualche migliaio).

La legge in questione, in realtà, è ancor più progressiva: non chiede ai comuni di decidere i dettagli dell'operazione tutti subito, ma impone solamente di mettere nero su bianco almeno le «linee guida» entro e non oltre il 31 dicembre 2014.

In pratica, entro questa data i comuni dovevano costruire almeno la scatola vuota, da riempirsi in seguito.

Era dal 2012 che si sapeva tutto ciò. E, a quanto pare, erano mesi che il Comune di Comabbio stava in trattativa con i comuni di Varano, Ternate e Mercallo per fare la «Gestione Associata dei Servizi». Ma dopo quasi due anni, il termine ultimo del 31 dicembre era alle porte e non avevano ancora deciso niente, e men che meno scritto una sola frase.

Improvvisamente, si sono resi conto di quanto i tempi stringessero. Nel giro di qualche giorno hanno buttato giù 8 convenzioni, poi hanno convocato d'urgenza i  rispettivi Consigli Comunali per approvarle, a soli 8 giorni dalla scadenza di legge pur avendo avuto ben 2 anni di tempo. 

E qui arriviamo al 19 dicembre. Riceviamo la convocazione del Consiglio in via «straordinaria», leggiamo le 8 convenzioni e ci domandiamo «Cos'è questa roba?». In 7 mesi nessuno si è degnato di informarci che fossero in corso delle trattative, nessuno ha pensato che un nostro parere sarebbe stato non solo gradito, ma soprattutto doveroso visto che rappresentiamo (con Comabbio in Movimento) i 2/3 dei Comabbiesi. Nessuno ci ha detto che si stava decidendo su questioni che cambieranno moltissimo la vita dei cittadini già a partire dal 2015. Insomma, non siamo stati minimamente presi in considerazione, si è fatto tutto come se non esistessimo. 

Ci siamo, semplicemente, trovati fra le mani quelle 30 pagine che parlavano di un qualcosa di cui non sapevamo niente.

Non solo, ma ci veniva imposto di studiarcele tutte in 4 giorni e di votarle. Viene da chiedersi: ma siamo matti?

Ci siamo comunque riusciti. Abbiamo buttato due giorni di lavoro nello studio di tutte le normative, dei documenti vari, ne abbiamo parlato con gli altri sindaci e coi capigruppo delle opposizioni negli altri comuni. Abbiamo fatto, insomma, gli straordinari.

E abbiamo scoperto una cosa sconcertante. Quei documenti sono sì delle «linee guida», delle scatole vuote dove si decide sostanzialmente nulla. Ma c'è un qualcosa di molto, molto inquietante: tutte le decisioni, tutto il funzionamento della Gestione Associata, tutti i dettagli vengono demandata ad una «Conferenza dei Sindaci». 

Per farla breve. Una volta approvate quelle 8 convenzioni, tutte le decisioni sarebbero prese da 4 persone: i sindaci dei 4 comuni associati. E non si tratta di decisioni leggere: riguardano il fisco, il bilancio, il piano regolatore, il personale, la polizia locale etc. Sono decisioni che stravolgeranno completamente la vita amministrativa e quella dei cittadini. E tutto questo senza più dover chiedere anche solo un parere ai rispettivi Consigli Comunali.

Tutto, insomma, dipenderebbe dalla volontà e dalle capacità di trattativa del nostro sig. Sindaco. Il Consiglio Comunale, che rappresenta il popolo sovrano, non avrebbe più alcuna voce in capitolo. Quelle 4 persone farebbero il bello e il cattivo tempo senza minimamente curarsi del parere dei cittadini.

Facciamo un semplice esempio. In quei documenti viene detto che verrà costituito una sorta di «super-corpo» di Polizia Municipale, cui aderiranno tutti i vigili urbani dei quattro comuni. Va bene... ma come? Secondo quali modalità? Quanto tempo dovrà destinare il nostro agente al servizio fuori dai confini comabbiesi? Chi sarà a capo di questo corpo? Come verrà finanziato? Tutto ciò non lo troviamo nei documenti che ci hanno chiesto di votare in fretta e furia; c'è solo scritto che se ne occuperà non il Consiglio Comunale di ogni singolo paese, ma la «Conferenza dei Sindaci». Ossia si riuniranno i quattro intorno ad un tavolo e cercheranno di trovare un accordo.


Ma siamo davvero sicuri che il nostro sig. Sindaco sarà in grado di difendere gli interessi di Comabbio e dei Comabbiesi a quel tavolo? Siamo sicuri che tutta questa roba non si risolverà in un danno enorme per tutti noi? In effetti, Comabbio è il più piccolo dei quattro comuni, il più carente di servizi, e ci fa alquanto pensare che come comune capofila si sia scelta Ternate che, fra i quattro, è il più ricco e potente.


E ci chiediamo: come poteva il sig. Sindaco, in campagna elettorale, parlare dei presunti vantaggi di tutta questa operazione se ancora non conosceva quali sarebbero state le modalità? E come potrà giustificare tutto ciò ai cittadini senza offrire loro uno straccio di certezza? Tutto, infatti, è ancora indefinito, nebuloso e dannatamente incerto.


C'era un altro modo di assolvere all'obbligo di legge senza generare questo mostro giuridico: decidere tutto prima del 31 dicembre. Bastava sedersi intorno ad un tavolo e stabilire, fin da subito, tutte le clausole, le ripartizioni percentuali, gli obblighi finanziari, le modalità, senza lasciare il tutto nell'indefinito; dopodiché sarebbe bastato sottoporre questi accordi, con largo anticipo, ai Consigli Comunali dei singoli comuni. Si avrebbe avuto anche il tempo materiale per proporre degli emendamenti. In pratica, tutto sarebbe stato deciso non da una singola persona, ma dai cittadini stessi per mezzo del loro rappresentante, il Consiglio Comunale, togliendo dalle mani della «Conferenza dei Sindaci» questa incombenza e limitando fortemente le possibilità discrezionali del sig. Sindaco in nome della democrazia.


Ed invece si sono fatte le cose di corsa e si è preferito «non decidere per il momento». Ma la cosa più grave è che il destino di tutti i Comabbiesi, da oggi, sarà nelle mani del sig. Sindaco: ella dovrà sedersi intorno ad un tavolo e trattare con gli altri 3 sindaci. E di fronte alle pretese di comuni ben più potenti e ricchi come Ternate, Varano o Mercallo, riuscirà a non soccombere? Voi che ne pensate?


Per noi, votare a favore avrebbe significato, difatti, assegnare una delega in bianco al sig. Sindaco, aprirle un credito illimitato di fiducia, lasciare che ella decidesse se dare o meno il colpo di grazia al Comune di Comabbio senza minimamente opporci.

Ma siamo matti?

Come al solito, si è trattato di un totale arbitrio da parte del sig. Sindaco, una grave mancanza di rispetto nei nostri riguardi. Non siamo mai stati informati di quanto si stesse decidendo, non è mai stato richiesto un nostro parere. Se si fossero riuniti per decidere sul Torneo Intercomunale di Scopone senza dire nulla né a noi né ai cittadini, l'avremmo perdonata; ma qui si parla del primo passo verso l'abolizione del Comune di Comabbio! Improvvisamente, ci è stato chiesto di firmare un assegno in bianco con soli 4 giorni di preavviso. Ma siamo matti?

Noi non facciamo alcuna delega in bianco, ci mancherebbe. Piuttosto, avremmo preferito:

A) Essere avvisati almeno qualche mese fa.
B) Averne discusso preventivamente col sig. Sindaco.
C) Che in quelle convenzioni si specificassero da subito tutti i dettagli, invece che demandarli ad un organo extra-consigliare che il Consiglio non può controllare.
D) Che i cittadini siano resi partecipi delle decisioni, invece che doverle sempre e solo subire.

Per questo motivo, per il fatto che non passiamo né concedere deleghe in bianco, né sapere se le 8 convenzioni giovino o meno ai comabbiesi, né decidere su questioni di una simile portata in soli 4 giorni, abbiamo deciso di abbandonare l'aula.

E' l'atto più eclatante che un'opposizione possa compiere. Essa decide non solo di non votare, ma addirittura di non partecipare alla discussione. E' come se dicesse: «Avete deciso tutto voi senza dirci nulla e senza chiederci un parere? Votate voi le vostre stesse decisioni, noi ce ne andiamo!». E' un atto di protesta forte e risoluto, di chi è stato preso fin troppo in giro e non vuole più essere raggirato, di chi, giustamente, inorridisce di fronte ad una conduzione così disastrosa.

Ed è stato così. Al Consiglio Comunale del 23 dicembre 2014, il nostro capogruppo dott. Dario Leoni ha letto la dichiarazione di voto, dopodiché si è alzato e, insieme al dott. Alessandro Crepaldi, si è seduto in mezzo al pubblico.

Speriamo che il messaggio sia arrivato forte e chiaro alle orecchie della Maggioranza. Così non si può andare avanti: o si cambia oppure sarà sempre peggio. Che ci voleva a convocarci qualche mese fa? Che ci voleva a coinvolgere noi che rappresentiamo non uno, non due, ma 237 cittadini comabbiesi? E se proprio doveva fare le cose di fretta, che danno avrebbe arrecato il concederci qualche giorno in più per analizzare la questione e discuterne con calma? 


Così come è stata posta, la vicenda è stata un'aperto spregio del valore democratico dal Consiglio Comunale, un ricatto bell'è buono: si è aspettato l'ultimo minuto pur avendo avuto 2 anni a disposizione, si sono sottoposte al Consiglio 8 bozze con appena 4 giorni di preavviso. Ma sapete qual è il colmo? Che se solo uno dei 4 Consigli Comunali non le avesse approvate, come previsto dalla legge tutti e 4 i comuni sarebbero stati commissariati dal Prefetto. Cioè si è trattato di un ricatto in piena regola e di una forzatura inaccettabile: o approvare quei documenti così com'erano (ossia colmi di aspetti anti-democratici), oppure vedere il proprio Comune commissariato dal Prefetto. 

E tutto questo perché, in 2 anni, non sono riusciti a trovare un accordo e, dopo 722 giorni, si sono ridotti a decidere a 8 dalla scadenza di legge. 

Complimenti.

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