lunedì 1 dicembre 2014

Consiglio a «TARALLUCCI e VINO»




Mezzogiorno di fuoco in Consiglio Comunale.
BOCCIATE le COMMISSIONI: ecco le giustificazioni.


Il grande pubblico presente sabato alle 12.00 del mattino.

Il dibattito che ha riguardato la nostra mozione per la costituzione delle Commissioni Consigliari Permanenti non è stato verbalizzato. Com'è noto, contravvenendo al Regolamento, a Comabbio non si fanno riassunti dei dibattiti (clicca qui).

Perciò abbiamo deciso di farlo noi, per mostrare ai cittadini quali giustificazioni siano state date alla bocciatura della nostra mozione (per ulteriori dettagli clicca qui). 
Giudichino loro.

*   *   *

Per prima cosa, il dott. Alessandro Crepaldi ha chiesto al sig. Sindaco di leggere il testo della mozione, dopodiché ha illustrato ai presenti quali vantaggi (in termini di «partecipazione» e di «collaborazione» fra Maggioranza ed Opposizione) si trarrebbero dall'istituzione delle Commissioni.

A quel punto ha preso la parola il dott. Elena Palazzi, assessore, per dire sostanzialmente la stessa cosa che ci era stata scritta nella lettera del 4 novembre 2014 (clicca qui): «Visti i grandi cambiamenti in arrivo, non ci pare giusto caricarci di ulteriore burocrazia».

Il dott. Alessandro Crepaldi ha risposto: «Per prima cosa il 'carico burocratico' sarebbe limitato ai soli verbali (due paginette da scrivere ogni volta), per secondo è proprio perché sono in arrivo questi presunti 'cambiamenti' che si manifesta la necessità di discuterne insieme in un luogo istituzionalmente riconosciuto».

Da quel momento in poi il dibattito si è concentrato sul seguente punto: i membri della Maggioranza sostenevano la non necessità delle Commissioni perché, a detta loro, si poteva fare la stessa cosa in un ambito più «informale». 

Il dott. Dario Leoni ha fatto notare una cosa molto semplice: discutere delle questioni attinenti all'Amministrazione Comunale al bar («a tarallucci e vino») è ben differente che parlarne in una Commissione Consigliare Permanente. Prima di tutto le Commissioni sono ATTI PUBBLICI con un verbale che può essere letto da chiunque e che lascia traccia dei temi trattati (il che è decisamente più trasparente di un incontro al bar). In secondo luogo, se il Regolamento prevede esplicitamente che l'unica strada sia istituire le Commissioni, perché non applicare semplicemente il Regolamento stesso? Per non dover redigere un verbale di un paio di paginette ogni volta?

La spiegazione è molto semplice: con le Commissioni Consigliari Permanenti la Maggioranza sarebbe obbligata a collaborare con l'Opposizione. 
Viceversa, con la vaga promessa di una collaborazione informale (al bar a «tarallucci e vino») non avrebbe alcun obbligo di collaborare con le Opposizioni, e quindi (dopo averci dato il «contentino» di un incontro al bar) proseguirebbe con lo stesso andazzo di sempre. 
Permetteteci di dire che non siamo nati ieri e che fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Preferiamo la garanzia di una collaborazione onesta e fattiva ad una vaga promessa verbale.


A quel punto, il dott. Crepaldi ha fatto notare ai presenti che le Commissioni sono un «metodo di lavoro». I «tarallucci e vino», i caffè in compagnia, le chiacchierate informali sono il metodo di lavoro adottato sinora e che noi abbiamo sempre osteggiato. Se esiste un Regolamento che prevedere che per discutere dei problemi si debbano istituire le Commissioni Permanenti, perché fregarsene e optare per incontri «informali»? Si applichi il Regolamento e basta, fine del discorso. Anche a costo di dover compilare (addirittura) 2 fogli di verbale in più.

In fin dei conti, l'Amministrazione è una cosa seria. Non la si può ridurre ad una questione da sviscerare in ambiti «informali». Le Commissioni sono state previste da chi ha scritto il Regolamento proprio perché ogni cosa che riguarda l'Amministrazione deve essere inserita in un ambito istituzionalmente riconosciuto, deve essere verbalizzata e deve essere più trasparente possibile. 

Ciò che ci è stato proposto è inaccettabile. E' inaccettabile discutere del Bilancio Comunale al bar! Al bar ci andiamo per parlare di altre cose di ben minore importanza, mica per discutere di Bilancio, infrastrutture pubbliche, sociale, cultura, regolamenti etc.!

E anche se il luogo designato non fosse il bar ma un ufficio del Palazzo Municipale, sarebbe comunque una stanza chiusa e senza un pezzo di carta che dimostri di cosa si sia parlato. Sarebbe una forma non prevista da alcun Regolamento, un qualcosa che ha molto in comune con gli «inciuci» che vengono fatti nel corridoio nel Parlamento, lontano da telecamere, giornalisti e stenografi. Un qualcosa che ricorda un «Patto del Nazareno» in formato comabbiese.

Noi desideriamo la massima trasparenza, vogliamo che i cittadini dicano «Possiamo conoscere tutto quel che fanno i Giovani». Dopo un incontro privato nell'ufficio del sig. Sindaco, quale relazione faremmo ai cittadini dell'incontro avuto? «Siamo andati dal Sindaco a parlare di questo e quest'altro, ci ha risposto questo e quest'altro, abbiamo trovato questo e quest'altro accordo». E come potranno i cittadini crederci sulla parola? Vogliamo che tutto ciò sia fatto alla luce del giorno, che l'incontro sia pubblico, verbalizzato e disciplinato da un preciso Regolamento.

Ma, nonostante le nostre ragioni e oltre mezzora di dibattito, la Maggioranza ha votato contro, sostenendo di prediligere incontri «informali».

Riassumendo. Le ragioni della bocciatura, stando a quanto dichiarato dai membri della Maggioranza, sono due: il «carico burocratico» di ben due pagine (!) di verbale da scrivere ad ogni seduta della Commissione (sì e no una o due volte al mese), e il fatto che lo stesso risultato lo si potrebbe ottenere in modo «informale» e senza pubblicizzare gli incontri, affinché la cosa non sia (citiamo testualmente) un «imbrigliarsi in una rigidità di forma». Insomma, è solo una mera questione di forma, stando a quanto dichiarato dai membri della Maggioranza.


Al momento della votazione, il consigliere geom. Ruggero Zampollo (appartenente alla Maggioranza), in apparente dissenso con i suoi compagni di lista, si è astenuto mentre tutti i suoi colleghi votavano la bocciatura della nostra mozione. 





LE FRASI «CLOU»

dott. Dario Leoni: «Se io mi recassi al bar per discutere con i membri della Maggioranza lo farei da privato cittadino; se invece lo facessi in una Commissione lo farei da Consigliere Comunale. Ad ogni cosa bisogna dare la giusta importanza e la giusta considerazione. Discuterne al bar sarebbe come svilire l'importanza del mio ruolo di Consigliere Comunale». 

Risposta del Sig. Sindaco«Un Consigliere ha per noi la stessa considerazione di un privato cittadino». Viste le recenti prove di «considerazione» avute dall'Amministrazione nei confronti di alcuni privati cittadini, dobbiamo preoccuparci della considerazione che il sig. Sindaco ha di noi...

Sig. Sindaco: «Faccio un inciso: in 6 mesi non ho mai ricevuto una proposta scritta da parte dell'Opposizione».

Risposta del dott. Dario Leoni: «Nessuna proposta? Ma se dieci giorni dopo le elezioni, al Consiglio Comunale del 6 giugno, la prima cosa che abbiamo fatto è stata presentare ben 5 emendamenti alle Linee Programmatiche di Mandato, tutti e 5 bocciati!». Gli stessi nostri lettori conoscono bene lo sterminato numero di proposte che su questo sito abbiamo pubblicato negli ultimi 7 mesi.

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