domenica 26 ottobre 2014

La (non) TRASPARENZA dell'Amministrazione


Abbiamo fatto un esperimento.


Abbiamo mandato in Comune, per conto nostro, un privato cittadino. Gli abbiamo chiesto di ottenere dagli uffici comunali la copia di un documento pubblico (Det. n. 31 del 21/02/2012), contenente l'onorario dell'avv. Emanuele Boscolo. 


Si trattava di verificare, insomma, se un privato cittadino a Comabbio potesse liberamente venire a conoscenza di come il Comune spenda i suoi soldi, senza alcuna forma di limitazione.


Il privato cittadino ha compilato il modulo apposito e, nelle motivazioni alla richiesta, ha scritto semplicemente «Desiderio d'Informazione».


Volete sapere come è andata a finire? Sì, l'avete già indovinato...



La richiesta non è stata accolta. Le motivazioni? «Desiderio d'Informazione» non è, a parere dell'Amministrazione, un motivo «giuridicamente rilevante». 


Ma come? Non è importante che un cittadino si interessi? 


Inoltre, per l'Amministrazione può accedere agli atti solo chi abbia «interesse personale e concreto per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti» (art. 2 comma 2 del Regolamento). 


Secondo l'Amministrazione, dunque, un privato cittadino che vuole semplicemente sapere come il Comune spenda i suoi soldi non ha il diritto di impicciarsi. 


Peccato che il Regolamento, a cui l'Amministrazione si è appellata per negare il permesso, parli chiaro: il diritto è riconosciuto a TUTTI (art. 2 comma 1), e altresì a coloro che manifestano «interesse personale e concreto per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti» (art. 2 comma 2). 


Altresì, in italiano, significa «anche e soprattutto», non «solo». Perciò il nostro privato cittadino aveva tutto il diritto di ottenere quel documento, e tale diritto gli è stato negato.


Noi non vogliamo fare i maliziosi, ma questo esperimento parla chiaro: per l'Amministrazione in carica ci sono cose che è meglio che i cittadini non sappiano. Soprattutto quando si parla di soldi.


Qui di seguito la risposta del Comune e (clicca qui) il Regolamento. Ogni cittadino potrà costatare quanto ciò che abbiamo narrato corrisponda al vero.




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